Questo album, uscito nel 2006 e penultimo lavoro in studio dei Maiden, è stato bersagliato dagli addetti ai lavori che come sempre si ostinano a voler fare un inutile paragone con il passato senza capire che è inutile cercare di trovare a 30 anni di distanza e 20 album dopo, un nuovo "The Number Of The Beast" o "Piece Of Mind".
Detto questo, cerco di giudicare il disco senza pregiudizi, senza confronti, senza analisi tecniche, ma semplicemente per le sensazioni che mi ha dato nell'ascoltarlo. Ponendola in questi termini siamo a mio parere di fronte ad un bel disco, molto orecchiabile e quasi mai noioso (a parte un paio di tracce eccessivamente tirate per il lungo). Lo stile Maiden rimane inconfondibile, così come la voce del grande Bruce. Molti dicono che questo album sia troppo lento, ma ritengo che trasmetta comunque molta adrenalina e che sia a tratti emozionante. Dopo la traccia di apertura "Different World" in chiaro vecchio stile, si procede con una serie di canzoni che a mio parere si rivelano molto valide e migliorano con il passare degli ascolti. Tra le altre canzoni segnalo The Pilgrim e The Reincarnation Of Benjamin Breeg.
Per concludere, ritengo che questo disco, per quanto a detta di molti non regga il paragone con i vecchi Maiden, sia sicuramente uno dei più belli tra quelli che ho usciti nel 2006, sicuramente di livello pari o superiore di tante uscite di nuove band, lanciate dalla critica.
Marco
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